La settimana scorsa abbiamo celebrato San Francesco d’Assisi, una figura che continua a ispirare attraverso i secoli. La sua vita ci invita a cercare la grandezza nel quotidiano e a trovare Dio nei volti dei Santi.
La Didachè, uno dei più antichi testi cristiani, ci esorta a guardare i Santi, vicini e lontani, per scoprire la vera pace.
Il teologo Romano Guardini sottolinea l’aspirazione di Francesco a qualcosa di assolutamente grande, un ideale che evolve da quello cavalleresco a un incontro sponsale con Cristo.
Francesco ci insegna a tendere verso ciò che è eterno, mentre nutre una profonda tenerezza per il Creato. Questa dualità di aspirazioni è essenziale nel suo pensiero.
Dobbiamo educare i giovani a cercare ideali alti e a riconoscere la bontà delle piccole cose quotidiane. Nella «Vita Seconda» di Tommaso da Celano, Francesco è descritto come un «felice viandante», che trova gioia nelle realtà che lo circondano, pur desiderando l’incontro con Dio.
Amare la natura diventa così un modo per accedere al mistero divino. Trasmettere questa visione è fondamentale per il nostro cammino verso l’Eterno.
Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo