La comunità di Santa Barbara ha appena vissuto due momenti importanti: Domenica la Candelora ed il Lunedì successivo la festa di San Biagio.
Per la tradizione possono anche rappresentare il passaggio dal cuore dell'inverno verso il tempo primaverile, di fatto sconfessato dall'abbondante pioggia "santa", ma la simbologia che aleggiava in chiesa domenica sera, fortemente sottolineata, con una chiarezza e umiltà penetrante dal celebrante, ha posto quesiti esistenziali ai numerosi fedeli.
Si è parlato della festa della Luce, dopo aver benedetto i ceri che tutti tenevano devotamente in mano, con la consapevolezza che anche una piccola lucina può aprire uno spiraglio nelle tenebre.
Una luce che spesso non riesce a smuovere i macigni dell'invidia, dell'odio, del risentimento ma anche della tristezza e dei fatti che appesantiscono la nostra persona. Significativa la citazione di Mosè apparso talmente luminoso (dalla luce del Signore) da mettergli un velo. Quindi più stiamo con Lui più siamo Luce.
Operazione ardua per noi artefici di una vita spesso di corsa verso il successo, la ricerca dei beni materiali…ma l'esempio di Simeone, uomo giusto e pio, che poteva anche morire dopo aver ricevuto tanto amore da Dio, ci consola e ci da speranza sulla presenza della Luce del Signore che non ci farà brancolare nel buio.
E con queste riflessioni la funzione ha avuto dei momenti altamente emozionanti quando Nunzia, la prioressa, ha adagiato con dolcezza il Bambinello nelle mani di Maria. Sono certo che in questo gesto solenne, circondata dai suoi cari, intendesse offrire alla Madonna i pensieri di tutte le mamme della comunità per invocare protezione per tutti i figli, in particolare per quelli in difficoltà.
La prioressa ha avuto anche un piccolo cedimento emotivo che, confesso, di aver provato anch'io coinvolto e toccato da una funzione semplice, umile, che ha fatto sicuramente riflettere i presenti sull'importanza di queste ricorrenze che, oltre ad essere motivo di condivisione e incontro, sono strumenti di crescita cristiana.
Vorrei, inoltre, sottolineare e complimentarmi per l'ottima organizzazione, sicuramente frutto di mesi di oscuro lavoro, e con il coro che ha animato brillantemente tutta la celebrazione.
Ad maiora.
Franco Olla