Ho seguito il simulacro di Sant'Elena al rientro in parrocchia sperando in una veloce benedizione ma, come piacevolmente attratto, ho "benedetto" e custodito le umili e profonde parole di padre Gabriele che spaziando dall'etimologia del nome Elena (fiaccola di luce, splendente...) sino all'amore per il creato, ha destato un'empatia palpabile con i numerosi pellegrini radunati in ascolto.
Mi ha colpito la sua semplicità (tanto auspicata da Papa Francesco), forse il suo desiderio di stare tra la sua gente in adorazione piuttosto che fare omelia. Eppure due concetti hanno invogliato alla riflessione.
Ha esortato, con spiccata umiltà, a percorrere "un'altra strada", quella accidentata ma che porta, come insegna Sant'Elena, Lassù, con atteggiamenti quotidiani di pace, perdono e concordia.
Difficile, ma si può e si deve, ha tuonato sempre col sorriso. Ha, inoltre, incitato al rispetto della terra, degli animali, dei fiori, ambiente dove la Santa ha trovato la giusta consacrazione.
Non ha citato né eoliche o fotovoltaici ma, sicuramente, ai presenti è balenata l'idea che anche l'amore e la difesa della nostra terra sarebbero ben accetta da Elena, la cui dimora è incastonata in un paesaggio disegnato dal Suo Signore. Sarebbe stata, io credo, la prima firmataria.
Grazie, padre Gabriele, a nome della comunità, per la sua preziosa sensibilità cristiana.
Franco Olla